Con la sentenza pronunciata oggi, circa la cd "Setta delle bestioline", la Corte d'Assise di Novara ha smentito l'ipotesi di accusa della Procura , condivisa con convinzione dalla difesa del Ce.SAP -che non a caso si è costituita parte civile -, che aveva contestato a tutti i 28 imputati l'organizzazione a delinquere finalizzata alla "riduzione in schiavitù".
Smentendo questa ipotesi e ritenendo solo l'esistenza di un'associazione dedita ad una serie di violenze sessuali, il processo è franato in una serie di declaratorie di prescrizione e di assoluzioni nel merito.
Ad oggi la situazione è questa e bisogna prenderne atto: non è esistita alcuna setta, ma solo una brigata di persone in cui ogni tanto si consumavano delle violenze sessuali; nessuna manipolazione mentale e nessun assoggettamento.
“La difesa del Ce.SAP ha cercato di dare il proprio contributo anche scientifico, attraverso la consulenza tecnica della dott.ssa Giannini, ma bisogna ancora una volta riconoscere amaramente una mancanza di "cultura" rispetto al fenomeno, che si traduce nella difficoltà di comprendere quanto il controllo mentale esercitato da alcune persone su altre si traduca in un vero e proprio assoggettamento continuativo. Continueremo in questa battaglia, che a volte sembra contro i mulini a vento, con determinazione in altre sedi (ad esempio, in fase di appello a questa sentenza) ed in altri processi. Il ringraziamento va al P.M. di Novara che ha sostenuto fino alla fine un'imputazione coraggiosa e, secondo noi, del tutto fondata.” – sostiene l’Avvocato Marco Marzari del CeSAP, che ha seguito scrupolosamente tutto il processo.
“In assenza di una legge che possa descrivere il perimetro in cui si muovono certi gruppi, si continueranno a perpetrare questi abusi secondari alle vittime – afferma Lorita Tinelli, presidente del CeSAP, anche lei ascoltata durante il processo – “Rivolgo un appello ai politici affinchè possano realmente occuparsi di un problema che è una piaga per i nostri concittadini. Senza una legge adeguata nessuno otterrà giustizia. Il mio pensiero è oggi rivolto a quelle vittime che hanno subito abusi, che hanno avuto il coraggio di raccontarli e che oggi ritornano a casa con nuovo abuso da elaborare. Nonostante questo e con la consapevolezza di questo, la nostra associazione continuerà a combattere affinchè anche questi diritti possano essere rispettati, chiedendo a più voce una legge a riguardo”.
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